Translate

martedì 13 marzo 2018

#sanità#giustizia,@europarl.it@EUcourtPress, RIPRISTINATA IN EU LA PENA DI MORTE ?

Dopo la condanna a morte del piccolo Charlie, di cui la stampa ha parlato abbastanza, una seconda sentenza di morte è stata emessa dalla CGUE, per un altro bambino, che si chiama Isaiab.  Questa volta la stampa ha semplicemente citato il fatto e basta.

Sentenza ignobile, sia giuridicamente che moralmente.  Giuridicamente per le seguenti ragioni:
-  Perché la Corte non ha interpretato una legge, cioè il diritto statuario, ma ha creato una norma giuridica. Infatti nella maggioranza degli Stati Europei, il diritto è statutario, e non è dato al giudice il compito di creare il Diritto, compito riservato al  Parlamento e l’anomalia inglese è sanzionabile per il Principio della unificazione delle  leggi europee.
-  Perché la Corte non ha tenuto conto che il Diritto alla Vita è un diritto naturale e quindi  solo il  soggetto può deciderlo e se  è impossibilitato ad esercitarlo, l’esercizio è trasferito e nel caso in esame, esso spetta ai genitori con il nome di “patria potestà “.
-  Perché nel merito, soffrire non è un reato, cioè non causa danno a terzi e sopratutto non è valutabile oggettivamente. La sofferenza infatti e la sua intensità è variabile da soggetto a soggetto, non è negativa di per se stessa essendo una reazione ad un male in atto che può portare alla guarigione o alla fine del soggetto. Esempi ce ne sono tanti: la paura accresce il dolore prima che questo si manifesti e chi è stato operato avrà un dolore o sofferenza per qualche tempo sulle parti in cui ha subito l’operazione. Quindi dolore o sofferenza sono soggettivi e soggettiva è l’intensità.
-  Perché in nessun Paese Europeo è prevista la liceità di far morire una persona, ma solo è prevista spesso l’autodecisione del soggetto a cessare la propria vita, e quando essa è prevista, non è un crimine.
-  Perché oggi la scienza ci offre ampie possibilità di terapie innovative e sperimentali che possono riuscire oppure non riuscire, ma che vale la pena di tentare anche con poche speranze, come cammino verso la salvezza del soggetto o di altri casi analoghi.
Moralmente la sentenza è nefasta. Nessuno può decidere sulla vita degli altri, in particolare i medici, altrimenti, avremmo dato “licenza di uccidere “ a chi ha invece il compito storico di salvare la vita dei malati, fino alla fine naturale. Chi uccide un essere nato, è un assassino qualunque sia lo scopo del suo intervento, almeno che il fatto non costituisca l’attuazione di un suicidio richiesto. Moralmente anche in questo caso, condannabile, perché la strada della “ morte naturale dolce” è oggi percorribile se essa è naturale.
Purtroppo è stato creato un grande Consiglio di Giustizia  Europeo (due giudici per paese), ma non è stato creato un organismo superiore che giudichi sull’applicazione del diritto da parte di questo tribunale e delle sue responsabilità penali e civili per le sentenze, perché quelle su Charlie e Isaiab potrebbero essere considerate come reato di induzione all'omicidio.
Paradossalmente, se fosse stata decisa la condanna a morte di un cane o di un elefante, quanti nel web sarebbero insorti e ci sarebbero state manifestazioni di tanti novelli naturalisti, che della natura e della morale non hanno la minima idea.
Cari Charlie e Isaiab, ora che state in Cielo con Dio , pregate per i vostri genitori che non vi scorderanno mai!
     A TUTTI  I GENITORI UN CONSIGLIO, non portate in Inghilterra i figli ammalati, meglio l’Italia.