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sabato 12 febbraio 2022

#ambiente #climadomani- Domande e risposte vacanti. Terza Puntata

 Terza puntata.

Quale sono alcune conseguenze dell’attuali politiche ambientale programmata da molti stati, sia sui  cambiamenti climatici in corso, e sulle conseguenze per le popolazioni ?

La prima conseguenza di una politica dell’ambiente così come è stata impostata con molto entusiasmo, ma guidato di fatto dal settore produttori elettricità e centrali elettriche e nucleari e aggregati, è stato quello di rincarare i prezzi del gas e del petrolio che ha portato ad una svalutazione innaturale di tutte le monete europee.    Come abbiamo ricordato nella puntata precedente l’unica soluzione è quella di garantire ai produttori contratti a prezzi ribassati fino al 2035 e per quantità in medie storiche.        Subito ci passa per la testa alcune domande per le quali non abbiamo letto ancora le risposte.

Dove dovremmo mettere  un miliardo e passa di auto a combustione se ne cessa la produzione ? .

Perché non si ferma la produzione della plastica sostituendola con altro prodotto distruttibile ?.

Quali interventi costruttivi si sono proposti per utilizzare le grandi piogge brevi e coprire il bisogno per i periodi di siccità ? .

Quali studi sono iniziati per le culture agro alimentari in previsione del cambiamento climatico  ?. 

Come si vede queste sono le domande più urgenti su cui avere risposte non pubblicitarie, ma tecniche e comprovate. Così nell’attesa proviamo ad esaminarle per far comprendere che non sono le scelte ideologiche che ci possono aiutare per rendere la transazione ecologica realizzabile, ma risposte a domande conseguenti a tale scelta. Sarebbe interessante avere una risposta complessiva da qualche algoritmo economico e tecnico

1) Dove mettere oltre un miliardo di auto a combustione da sostituire con quelle elettriche.?  Molti utopisti, come al solito, non pensano o non ricordano che quello che l’uomo produce trasformando o combinando elementi minerali della terra o creando prodotti chimici dei più disparati, deve essere poi smaltito sempre su questa terra che ha proprie leggi naturali di vita per tutto.   Il ferro  e alcuni altri  metalli in genere si possono fondere e riutilizzare, ma se il costo di trasformazione è  superiore alla lavorazione e trasformazione del minerale, porta a non recuperare il dismesso. Gli sciocchi parlano di portarli sulla Luna o su altri pianeti. Ma di certo costa di meno gettarli in qualche fossa oceanica e così sarà.

2) Anche fermare la produzione della plastica ha un costo che può essere superato utilizzando le sterpaglie che ricoprono molta parte delle terre emerse per creare carta ritornando al suo uso per incartare. Certo quando vengono bruciate producono anche anidride carbonica e qualche altro componente dovuto alla trasformazione chimica, ma evita che i prodotti della plastica formino isole nei mari e negli oceani, inquinino la fauna marina e terrestre e ricoprano la terra ferma di  un manto asfissiante per i terreni e per le piante. Nessuno ha il coraggio di dire che se ne può ridurre la produzione e il consumo evitando i pacchetti e i pacchettini magari minuscoli che sono molto graditi dagli odierni consumatori, a cui però, non si dice il danno che l’impacchettare con plastiche eccessive causano. Invece si raccomanda giustamente, colpevolizzandoli, di provvedere alla differenziazione dei rifiuti che non risolve il problema della iper produzione della plastica.

3) Ormai è noto a tutti che può piovere in 24 ore, una quantità di acqua pari a quella annuale. Gli antichi, delle cui condizioni climatiche poco sappiamo, scavavano nel sottosuolo grandi cisterne in cui convogliavano le acque piovane da utilizzare nei periodi di siccità.  Nessuno in Italia, ne progetta ed avvia la realizzazione anche se è vitale  la produzione agro alimentare per gli esseri umani. In compenso si raccomanda di lavare e bere di meno là dove ci sono risorse idriche abbondanti, scordandosi dell’evaporazione che permette all’acqua di ritornare attraverso pioggia e neve.

Si parla e si stimola la costruzione di case ecologiche elettriche perché portano soldi più facili e una sicura manutenzione dopo che una tempesta ciclonica o non li rende inservibili .

Da quando è stato creato l’uomo, le tribù hanno dovuto far fronte nelle varie ere geologiche e ai disastri cosmo-terrestri  operando per adeguarsi alle nuove condizioni climatiche. Interi popoli probabilmente sono andati distrutti perché incapaci di adeguarsi, così la razza umana ha avuto varie trasformazioni anche cromosomiche per eventi che non conosciamo, ma che ci confermano la necessità per una società tecnologicamente evoluta come l’attuale, di prendere misure che anticipano i cambiamenti climatici il cui sviluppo non conosciamo.

Diceva bene A. Russel Wallace quando si è accorto che esseri umani, animali, piante hanno una capacità naturale di trasformarsi  per adattarsi alle variazioni climatiche e geologiche della nostra terra, pena la scomparsa. No, non teoria evoluzione ma teoria della trasformazione come anche Darwin per molti anni ha chiamato.

4)Come abbiamo sopra accennato, I cambiamenti climatici portano anche variazioni nei cicli vitali delle piante e di molte specie di animali e spesso cambiano anche le caratteristiche chimiche dei terreni. Occorre allora ricercare e sperimentare attraverso molteplici strumenti, piante, terreni e cicli produttivi capaci di  adattarsi alle nuove condizioni. L’espansione delle culture sotto telo necessità modifiche idonee a sostenere condizioni meteorologiche diverse dalle attuali.

Nella prossima puntata ci porremo interrogativi su il poco che sappiamo delle ere geologiche, del magnetismo terrestre e dell’ influenza delle tempeste magnetiche sulla terra ricordandoci che la scienza progredisce  per quello che sappiamo già, di quanto non sappiamo e del coraggio di studiare e sperimentare.