L'amico Bruner ci ha mandato questo articolo che pur con ritardo, siamo riusciti oggi a pubblicarlo
L’irrazionalismo di servizio Quando gli analisti ,difensori del sistema ,hanno cominciato a scrivere dell’insorgere in Italia di un irrazionalismo nella forma di “complottismo”(?) (terrapiattisti,nessun uomo sulla luna) ,come indicato ,nel Rapporto CENSIS ,é parso evidente che ,con l’opinione di “tre milioni” di persone,si cerca di accreditare la tesi ,in un mare di ipocrisia,di un Paese in crisi e di una collettivitá disgregata senza futuro.
La terapia piú diffusa :ripiegamento nel soggettivismo ,lontano dalla realtá ,e la finzione di una soluzione al problema della sopravvivenza,con l’affidamento alle risorse personali.
Ma gli stessi sicofanti ,dopo aver etichettato come irrazionalismo ,le rivendicazioni per una rivitalizzazione della forme democratiche,non hanno perso l’occasione per indicare ,come derivato di questo evento ,l’errore piú grave:lo sciopero generale indetto da cgil e uil.
Questa protesta contro la manovra economica iniqua del Governo é soggettivismo?
È evidente che l’uso di questa etichetta di “irrazionalismo” serve per squalificare la denuncia dei danni del sistema e sostenere le teorie con le quali ,la classe dirigente ,si autoassolve :le scelte di politica economica ,apertamente regressive ,che si indicano come”austeritá espansiva” (vedi Grecia).
La base teorica e l’azione di governo da accreditare hanno determinato e determinano ancora la politica economica della UE : in sintesi austeritá e meno Stato.
Questo indirizzo programmatico,in assenza di una politica fiscale comune per tutti gli Stati dell’Unione,é fonte di squilibrio permanente per le economie piú deboli.
Di fatto ,per gli imprenditori italiani ,come la storia del processo di accumulazione capitalistica in Italia comprova, continua ad essere vitale il sostegno statale,e ,in mancanza di questo ,si spalancano le porte del fallimento.
Il capitalista ,di fatto,ignora la teoria liberista, giudicata come una questione di competenza della cattedra universitaria.
E infatti ,é realistico pensare che il capitalista si affida alle dinamiche di auto equilibrio del mercato?Le multinazionali sono un prodotto della concorrenza o dell’inarestabile processo di concentrazione del comando del capitale ?
Perché i monetaristi,teorici del livello naturale di disoccupazione ,in corrispondenza del quale si ferma l’inflazione,sostengono che la spesa pubblica e la crescita dei salari ,attivate per sostenere la domanda ,sono sempre inflazionistiche?
L’insistenza parolaia sulla formula più austeritá (leggi salari bassi ) e meno Stato (leggi piú soldi alla imprese),si ferma al primo termine ma é sempre il ritornello di moda.Stessa falsitá per i continui richiami ai benefici prodotti dal rispetto delle regole dettate dal Totem della UE : il “Mercato”.
Blanchard,capo economista del Fondo Monetario Internazionale,ha pubblicamente confessato di aver sbagliato la previsione sugli effetti dell’austeritá perché i tagli della spesa pubblica e la tassazione regressiva ,non hanno generato espansione.
Blanchard ,ora ,sostiene che quando il tasso di crescita ed il tasso di interesse sono bassi ,la spesa pubblica ha effetti positivi molto più grandi che non la tassazione regressiva per frenare il deficit e riequilibrare l’economia.
Con la tesi del ripiegamento nel soggettivo degli italiani ,di fatto , si cerca di cancellare ,impegnando strumentalmente l’ etichetta: “irrazionalismo “,
il conflitto di classe e concretizzare le misure per il progressivo smantellamento della democrazia rappresentativa.
Le ineguaglianze ,la mancanza di lavoro,la povertá che investe milioni di famiglie,sono realtà che si inabissano nel gorgo della insufficienza soggettiva ,e la collettivitá ,il sociale ,la crisi ,diventano costruzioni della fantasia . L’impegno politico e sociale ,le Istituzioni rappresentative ,il rapporto rappresentanti e rapprentati ,spariscono e non resta che l’affidamento al comando dell’1% che domina.
Non c’é piú alcun dubbio:la scissione tra capitalismo e democrazia sta affiorando con una drammaticitá e velocitá che sfugge al controllo della stessa classe che si é attivata per ottenerla.
Non si nega che il potere decisionale é in mano al politico sovranazionale senza Stato,ma ,nello stesso tempo , si sottolinea in blu che questo é il migliore dei mondi possibili.
L’obbiettivo é raggiunto :il conflitto di classe é sparito e il dogma liberista ha acquisito credito anche in parte della sinistra.
I mezzi per ottenere questi esiti sono stati la comunicazione incessante che la richiesta per una distribuzione piú equa deve essere compatibile con l’equilibrio di Bilancio, che le coperture dei fallimenti del mercato sono necessari per evitare danni irreparabili,che la politica economica deve attivare la domanda di lavoro ma sostenere anche l’impresa .
Queste sono scelte che ,se contestate o disattese ,annullano gli sforzi per la ripresa e generano aspettative irrazionali.
La difesa a portata di mano ,contro la deriva e le difficoltà crescenti ,é la fuga soggettiva degli sconfitti dal reale ,il ripiegamento sul privato con la speranza dell’obolo di Stato e l’affondamento del concetto di Sacietá Civile.
Il tentativo di mostrare una qualche attenzione alla povertá crescente, con I’stituzione del Diritto di Cittadinanza ,al momento,é stato spinto sulle secche della corruzione e dell’ingiustizia (soldi a chi non ne aveva bisogno),a causa del dilettantismo normativo e l’incapacitá di controlli da parte degli Enti gestori.
Ma é difficile pensare che le masse non abbiano individuato chi é che vuole comandare e comanda con bassi salari ,disoccupazione ed ineguaglianza sempre piú profonda.
Nella comunicazione si dice che gli scioperi rallentano l’azione del manovratore , bloccano le riprese dell’economia ed impediscono l’effetto gocciolamento a beneficio della maggioranza in difficoltá . I sindacati ,interpellati sempre quando le bocce si sono fermate,sono indicati come richiedenti interventi incompatibili con i vincoli di bilancio.
Nel frattempo gli imprenditori,i Ministri e la Banca d’Italia continuano a spargere ottimismo:i rimbalzi mensili del Pil sono presentati come indizi di ripresa strutturale .Si giustificano gli interventi massicci a favore del sistema bancario,il Debito Pubblico deve essere ridotto e non importa se questo si ottiene con il taglio della Spesa Pubblica.
Si invocano ed ottengono interventi statali per le imprese,dove il precariato é diventato sistema,gli investimenti latenti ed l’innovazione un miraggio.Ma le regole da rispettarer,a parole ,restano la teoria neo-liberista ,il freno alla spesa pubblica ed il Mercato.
Nel frattempo si mettono sul banco degli imputati l’eccesso di democrazia e le Costituzioni garantiste.Si da sempre piú spazio alla minaccia del grande rimpiazzamento ,causato dagli immigrati ,ai danni conseguenti per l’identitá nazionale,ma non si rinuncia al lavoro degli immigrati,con salari di fame.
Chi non si oppone a questa irruzione clandestina e mutazione etnica é giá avvolto nelle spire dell’irrazionalismo .
Ancora:la spesa pubblica indirizzata a sostegno del capitale non é mai inflazionistica.Quella che produce inflazione é sempre quella che sostiene i salari.
Anche se con toni diluiti ,si parla di irrazionalismo per ogni norma che dia voce alla base perché l’errore é l”eccesso di democrazia”.
Si puó ricordare che ,nella “distruzione della ragione” ,Lukasc sostiene che l’irrazionalismo é diventato Dottrina di Stato ,in una Germania sconfitta,su una base rivendicazionista ,una mistificazione inarrestabile della filosofia di Hegel e con i deliri ,veri o inventati, attribuiti a Nietzsche : un percorso diretto dall’Idealismo al nazzismo.
La Germania , soffocata dal rancore e dal peso per i risarcimenti imposti dai vincitori della Grande Guerra ,alimentata dal sempre rinascente delirio della superioritá della razza ,da un capitalismo nemico irriducibile della legalitá ,é il terreno piú fertile per la distruzione della ragione e per il genocidio della II Guerra Mondiale.
Infatti l’irrazionalismo ,la conoscenza al di fuori del concreto ,e la follia dello “spazio vitale” spalancano le porte al nazzismo.
Ora sembra evidente che il presunto irrazionalismo ,infiltratosi nei comportamenti e nel pensiero degli italiani ,é una mistificazione e una etichetta prefabbricata per giustificare e pilotare il processo di atrofizzazione delle istituzioni democratiche,ingrandire la distanza tra popolo e Politica ,vanificare il rapporto tra rappresentati e rappresentanti,mantenere un capitalismo assistito da sempre.
Nel frattempo legittimare un Potere Sovranazionale,non eletto ,e gestore ,politico e non tecnico, di una moneta unica ,manovrata dal Paese economicamente piú forte.
In USA, Biden programma una spesa pubblica di tre miliardi di miliardi e il presidente della FED dice che il tetto dell’inflazione al 2% non é piú un dogma.Entrambi mandano in pensione i liberisti (monetaristi) dell’Universtá di Chicago, i teorici dell’austeritá espansiva,della disoccupazione naturale e nemici della Spesa Pubblica ,sempre inflazionistica.
In Italia,gli imprenditori,in fila per sei con il resto di due,sempre pronti a glorificare ,a parole,i miracoli del neo-liberismo, sono ospiti permanenti di Palazzo Chigi ,con la mano aperta ,in attesa di una legge di Bilancio con meno spesa pubblica ,taglio di tasse per le imprese e monetine per salari e pensioni.
Il presunto Irrazionalismo,che si descrive , infiltratosi in Italia ,é ,più realisticamente da indicare come una serie di necessitá ,scaturite dallo scontento generale , un regresso culturale,una dilatazione delle disuguaglianze,un declino industriale ed una perdita di fiducia per le misure di politica economica e sociale.
La politica dell’austeritá e la crisi della democrazia sono avanzate insieme,e,anche se ,al momento ,sembra che ci si voglia indirizzare verso un neo-statalismo con attenzione per le crescenti povertá ,mancano segni di ripresa del ruolo delle Istituzioni ,mentre sono palesi un accentramento crescente del potere decisionale e una progressiva emarginizzazione del Parlamento.
A parole si indica,come pratica politica,una generica “disciplina di mercato”,ma in assenza di spazi ed organizzazioni per il controllo democratico.
bruno bruner
(Dicembre 2021)
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